di Fabio Cavalera
Il vetusto e traballante Ordine dei giornalisti, nella versione lombarda, si appresta a inaugurare la sua nuova stagione, dunque nuovo consiglio (di cui rifarò parte) e nuovi impegni.
Purtroppo si rischia di cominciare col passo sbagliato.
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Finalmente le elezioni sono alle spalle e alcune considerazioni si possono fare. Il dato più evidente, semmai fosse ancora necessaria una dimostrazione, è che vi è una frattura evidente fra la vecchia, traballante istituzione ordinistica e la platea dei giornalisti.
L’Ordine dei giornalisti così com’è non serve. O lo trasformiamo o lo aboliamo. Una istituzione debole, autoreferenziale, trasformata in trampolino di lancio per carriere personali o peggio per interessi di consorterie sindacali è meglio cancellarla.
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